SERVIZIO INFORMATICO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Come affrontare la complessità in un mondo sempre più multicloud

Il Sicei e IdsUnitelm in un dibattito con varie realtà aziendali e professionali, promosso da Data Manager
20 Giugno 2018

A ciascuno il suo cloud. Data Manager torna a riflettere sul cloud computing e le sue evoluzioni più recenti, sul loro impatto a livello di virtualizzazione e automazione del data center aziendale, sui livelli di adozione del modello “ibrido” di una infrastruttura che in misura crescente deve saper orchestrare, in modo sempre più fluido e automatico elementi proprietari e servizi pubblicamente accessibili, per capire come le organizzazioni stanno facendo leva sul cloud per aumentare la loro flessibilità decisionale e potenziare le strategie di go to market.  Non si ferma l’onda di rinnovamento che la virtualizzazione delle risorse di calcolo, la continua spinta di separazione degli aspetti funzionali di una applicazione dal suo substrato computazionale fisico, induce nei tradizionali modelli di digitalizzazione del business. Modelli un tempo legati a una diversa relazione con le infrastrutture e i device sia nel data center sia sul desktop.
Il cloud implica una nuova mentalità in tutti i risvolti dell’informatizzazione dei processi aziendali: dagli ambienti di sviluppo applicativo alla gestione delle risorse; dai ruoli preposti al governo dell’organizzazione fino a un team working che implica sempre maggiori dosi di condivisione, anche a livello decisionale; da una sicurezza che deve erigere barriere sempre più mobili e adattative, alla diversa relazione con i partner e con i clienti, anch’essi investiti, nella loro quotidianità, nei consumi, da una tecnologia pervasiva. Per non parlare dei modelli economici e commerciali nati sull’onda della informatica, con l’avvento di nuovi operatori, il riposizionamento dei grandi e piccoli provider di consulenza e servizi, la crescente importanza dello sviluppo open source di ambienti applicativi e componenti infrastrutturali, o dell’impatto che il cloud ha avuto e continuerà ad avere sulla standardizzazione e la regolamentazione.

 

Pubblichiamo l'intervento alla Tavola rotonda promossa dalla rivista "Data Manager" di Carmelo Battaglia, insourcer informatico per conto del Servizio Informatico CEI.

IT(A) MISSA EST

Forse, a livelli di maturazione diversi, la pervasività delle nuove metafore dell’IT traspare anche nelle situazioni apparentemente più “conservatrici”. Il caso di IDS & Unitelm, insourcer informatico per conto della Conferenza Episcopale (CEI), viene analizzato dal COO della società, Carmelo Battaglia. La scelta di sostituire un patrimonio di informatica “parrocchiale” frammentato e obsoleto con una logica di cloud privato ha imposto – spiega Battaglia – di applicare un modello il più possibile “trusted”, isolando fisicamente nel data center, le risorse destinate alle varie sedi vescovili. Su tutti i servizi che si possono basare su cloud pubblico – aggiunge il COO di Unitelm – prevalgono invece considerazioni di costo in funzione però di livelli qualitativi elevati. «Le applicazioni riguardano l’area amministrativa, la gestione delle anagrafiche. Accanto al day by day, c’è tuttavia spazio per una progettualità più avanzata. «Alla Conferenza, fanno capo quattro milioni di beni censiti e oggi un importante gruppo italiano è pronto a destinare fondi che serviranno ad alimentare una banca dati artistica, primo passo verso un museo virtuale aperto non solo ai visitatori, ma ad aziende e organizzazioni – pensiamo solo al turismo religioso – che potrebbero convertirlo in servizi» – conclude Battaglia.